40.000 persone di etnia Maasai sono a serio rischio di essere sfrattate. La famiglia reale di Dubai ha intenzione di acquistare un’area di 1.500km² a Loliondo, vicino il Serengeti National Park, allo scopo di creare safari di lusso e battute di caccia.
Il Governo della Tanzania – attirato da non si sa quale esorbitante cifra offerta dagli arabi – ha invitato i Maasai a lasciare l’area entro la fine dell’anno, offrendo un risarcimento di un miliardo di scellini (464.000€), che i capi tribali però hanno rifiutato: la loro terra, dicono, non ha prezzo.
La notizia ha già fatto il giro del mondo. In realtà il Governo ci aveva già provato l’anno scorso, per poi rinunciare a seguito di una grande attenzione mediatica creatasi sul caso, con due milioni di firme raccolte su Internet. Il nuovo avviso di sfratto fa supporre che in realtà l’establishment della Tanzania non abbia mai rinunciato alle trattative con Dubai.
Samwel Nangiria, attivista locale (già diverse volte minacciato), ha detto: “Mi sento tradito. Un miliardo di scellini è troppo poco, non si può confrontare con il valore di quella terra, che ci è stata ereditata. Le madri e le nonne Maasai sono sepolte in quella terra, non c’è nulla con cui poterla comparare!”.
Su Avaaz è ripartita la raccolta firme, a cui vi invito di partecipare cliccando sul seguente link: “Save the Maasai“.
Per approfondire:
● “Tanzania accused of backtracking over sale of Masai’s ancestral land”
(The Guardian, 16/11/14)
● “Rich Gulf Arabs using Tanzania as a playground? Someone opened the gate”
(The Guardian, 17/11/14)